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Associazione tra cessazione del fumo e controllo glicemico nei pazienti con diabete di tipo 2


Il fumo aumenta il rischio di sviluppare il diabete mellito di tipo 2.
Diversi studi di popolazione hanno mostrato anche un rischio più elevato nelle persone 3-5 anni dopo la cessazione del fumo rispetto ai fumatori continuativi.
Dopo 10-12 anni il rischio equivale a quello dei non-fumatori.

Piccoli studi di coorte suggeriscono che il controllo del diabete mellito peggiori temporaneamente durante il primo anno dopo aver smesso di fumare.

Uno studio di popolazione ha cercato di verificare se smettere di fumare sia associato ad alterato controllo del diabete, per quanto tempo persista questa associazione, e se questa associazione sia mediata dalla variazione di peso.

Lo studio di coorte retrospettivo dal 2005 al 2010 ha coinvolto fumatori adulti con diabete di tipo 2 utilizzando The Health Improvement Network ( THIN ), un ampio database del Regno Unito.

È stata studiata l'associazione tra smettere di fumare, durata dell’astinenza, cambiamento dell’emoglobina glicosilata ( HbA1c ) ed effetto di mediazione della variazione di peso.

Sono stati inclusi 10.692 fumatori adulti con diabete mellito di tipo 2.
3.131 ( 29% ) hanno smesso di fumare e sono rimasti in astinenza per almeno 1 anno.

Dopo aggiustamento per i potenziali fattori confondenti, l’emoglobina glicosilata è aumentata dello 0.21% ( P minore di 0.001 mmol/mol ) entro il primo anno dopo aver smesso.

HbA1c è diminuita con una astinenza continuativa ed è diventata paragonabile a quella dei fumatori continuativi dopo 3 anni.

L’aumento di HbA1c non è risultato mediato da cambiamenti di peso.

Nel diabete mellito di tipo 2, la cessazione del fumo è associata a un deterioramento del controllo glicemico che dura per 3 anni e non è correlato all'aumento di peso.
A livello di popolazione, questo incremento temporaneo potrebbe aumentare le complicanze microvascolari. ( Xagena2015 )

Lycett D et al, Lancet 2015;3:423-430

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