Da uno studio è emerso che la terapia con statine a intensità moderata riduce l’incidenza di insufficienza cardiaca nel diabete mellito di tipo 2 rispetto a una statina a bassa intensità o a nessuna statina.
Questi risultati sono indipendenti dai livelli di colesterolo LDL e dagli eventi di malattia coronarica.
Sono stati valutati 600 adulti ( età media, 66.3 anni; 68% uomini ) con diabete mellito di tipo 2 nel periodo 2000-2007 per determinare il rapporto tra l'intensità delle statine e l'incidenza di insufficienza cardiaca.
Al basale, il 53% dei partecipanti soffriva di malattia coronarica.
Il follow-up mediano è stato di 6 anni.
I partecipanti sono stati divisi in gruppi in base al trattamento con statine al basale: moderata intensità ( n=138 ), bassa intensità ( n=186 ) o nessuna statina ( n=276 ).
Durante il follow-up, il 17.7% dei partecipanti ha avuto diagnosi di insufficienza cardiaca incidente.
E’stato osservato un rischio significativamente più basso di insufficienza cardiaca nel gruppo sottoposto a trattamento statinico di moderata intensità rispetto al gruppo a bassa intensità ( hazard ratio, HR=0.31; IC 95%, 0.13-0.65 ).
Il gruppo statina a intensità moderata ha presentato una minore frequenza di insufficienza cardiaca, anche se la malattia coronarica era prevalente e i livelli di colesterolo LDL al basale erano controllati a un valore inferiore a 100 mg/dl, rispetto al gruppo statina a bassa intensità o al gruppo nessuna statina.
L'effetto dell'intensità della statina è risultato indipendentemente associato ai livelli di colesterolo LDL, specialmente nel diabete con malattia coronarica prevalente o con peptide natriuretico di tipo B inferiore a 100 pg/mL.
Ulteriori studi dovranno confermare se la somministrazione in questi pazienti di una statina a maggiore intensità sia in grado di ulteriormente il rischio di scompenso cardiaco. ( Xagena2015 )
Fonte: BMJ Open Diabetes Research Care, 2015
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